LEZIONE 3: CHI E' IL LADRO DI GIOVANNI 10:10?

Giovanni 10:10 
"Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere;
ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza."

In questa lezione vediamo come centinaia di migliaia di persone possono credere che un verso abbia una certa interpretazione solo perchè la maggioranza lo crede senza mai leggere il contesto per vedere se è veramente così.

Molti di noi abbiamo sentito dal pulpito che "il diavolo non viene se non per rubare, uccidere e distruggere" e il predicatore poi spiega che se ci sono cose che mancano nella nostra vita - la salute, il denaro, la pace, un marito, ecc - è perchè satana ci ha derubato di queste cose. E ci assicura che Gesù l'abbia detto nel vangelo di Giovanni capitolo 10 versetto 10. E' quasi universalmente riconosciuto che "il ladro" di Gv 10:10 è il diavolo o satana. Ma è veramente così? Siamo così certi che prendiamo la libertà di "aggiustare" le parole di Gesù come vediamo in questi esempi presi da internet:




ESSERE UN 'BUON BEREANO'

Nel capitolo 17 degli Atti degli Apostoli troviamo negli abitanti di Berea l'attitudine giusta per quanto riguarda i messaggi che ci vengono presentati.
 
17:10-12  Allora i fratelli fecero subito partire di notte Paolo e Sila per Berea ed essi, appena vi giunsero, entrarono nella sinagoga dei Giudei. Or costoro erano di sentimenti piú nobili di quelli di Tessalonica e ricevettero la parola con tutta prontezza, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano cosí. Così molti di loro credettero....

Quelli di Berea non chiusero la mente e il cuore al messaggio che gli apostoli annunciavano perchè erano di sentimenti nobili e neanche accettavono tutto senza verificare CON LE SCRITTURE se fosse veramente così.

ESEGESI e EISEGESI

In questa seconda lezione impareremo l'importante differenza tra esegesi e eisegesi. Le due parole derivano dal greco e tutta la differenza sta nelle lettere iniziali ES- ed EIS-.

ES- significa "fuori" e chi fa ESEGESI cerca di "trarre fuori" dal testo il vero significato delle parole; EIS- significa "dentro" e chi fa EISEGESI "mette dentro" il testo i propri preconcetti e fa dire al testo ciò ha già deciso. Purtroppo l'eisegesi è molto diffuso nella chiesa e spiega la grande confusione che esiste oggi fra di noi. Se vogliamo conoscere veramente la volontà di Dio dobbiamo seguire il modello di Timoteo e imparare a "esporre rettamente la parola della verità" (2Ti 2:15)

IL CONTESTO DI GIOVANNI 10:10

Nella lezione precedente abbiamo applicato al testo alcune domande per capire il vero significato di 2Ti 3:16-17. Ora applicheremo lo stesso metodo con la differenza che nei vangeli abbiamo spesso due risposte alle nostre domande perchè, essendo un narrativo, c'è la voce di chi narra - in questo caso Giovanni l'apostolo - e la voce di chi parla nella narrazione - in questo brano Gesù.

A CHI SCRIVE?
Giovanni l'apostolo scrive il suo vangelo alle prime comunità cristiane del primo secolo, probabilmente composte da giudei che subiscono persecuzioni, sia dai romani sia dai propri connazionali.

CHI PARLA?
Per capire chi parla dobbiamo partire dal nostro versetto 10 e salire su per la pagina finchè non troviamo l'inizio del discorso, di solito indicato con una parola chiave come "disse" o "rispose". Lo troviamo al versetto 7.
Allo stesso modo proseguiamo nella lettura dal verso 11 in poi per trovare la fine del discorso al versetto 18.


Qui abbiamo il contesto IMMEDIATO dell'affermazione che "il ladro non viene se non per rubare" ecc. E' da notare che questa illustrazione di Gesù contiene riferimenti a diversi personaggi:

- ladri e briganti (v8)
- il ladro (v10)
- il mercenario (v12)
- il lupo
- il buon pastore (v14)
- altre pecore che non sono di quest'ovile. (v16)

E' chiaro già dalla lettura del contesto immediato che "IL LADRO" non è un riferimento a qualche individuo ma fa riferimento ai "ladri e briganti" del verso 8. E' come dire: "in questo quartiere della città ci sono ladri e delinquenti e si sa che il ladro non viene se non per rubare". Ma chi sono questi ladri e briganti? E a chi parla Gesù? Chi sono "LORO" del verso 7?

Notate che verso 6 dice "Gesú disse loro questa similitudine ma essi non capirono di che cosa stesse loro parlando." Quale similitudine? E chi sono "loro"? Dobbiamo leggere dal verso 1 a 5 per capire il contesto.

In questa bellissima illustrazione Gesù presenta una scena molto familiare ai suoi ascoltatori. A quei tempi i pastori di pecore tenevano i loro greggi in un'ovile comune nel paese per custodirli di notte; ogni ovile aveva un portinaio che stava al cancello per controllare chi entrava e chi usciva. Chi entrava legittimamente era uno dei pastori di un gregge.

Ogni mattina i pastori venivano all'ovile e il portinaio faceva entrare loro e ciascuno chiamava le proprie pecore e, nonostante il fatto che fossero tutte immischiate fra di loro, le pecore di ogni gregge, riconoscendo la voce del proprio pastore, lo seguivano fuori perchè lo riconoscevano. Nessuna pecora rispondeva alla voce degli altri pastori perché "non riconoscono la voce degli estranei".
In questo modo Gesù era venuto fra i Giudei e le sue pecore ascoltavano la Sua voce e, rispondendo all'appello del Pastore delle loro anime, lo seguivano. Ma non tutti i Giudei rispondevano e per questo Gesù disse: "Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come vi ho detto." (Gv 10:26)


Chi invece cercava di entrare nell'ovile da un'altra parte chiaramente veniva per rubare le pecore - era un ladro o brigante e rappresentano quelle persone nella chiesa che non sono state costituite dallo Spirito Santo per pascere il gregge.


Il mercenario è uno assoldato dal pastore a custodire le pecore e siccome le pecore non sono sue, non è disposto a dare la propria vita per le pecore quando viene il pericolo rappresentato dal lupo. I mercenari sono interessati al guadagno non al benessere delle pecore e come tali sono pastori solo di mestiere.

Non abbiamo ancora, però stabilito a chi Gesù si sta rivolgendo. Tendiamo a leggere il discorso del buon Pastore dal primo verso del capitolo 10 ignorando il fatto che il primo verso è una continuazione di un discorso che comincia nel capitolo precedente che parla della guarigione del cieco nato. Questo è il vero contesto del nostro verso Gv 10:10.


E' importante ricordare che i numeri dei capitoli e dei versetti furono introdotti nel 1551 e, sebbene aiutino molto a navigare le scritture, a volte possano creare delle interruzioni nella narrazione che in realtà non ci sono.

Ora abbiamo scoperto A CHI si rivolge Gesù: I FARISEI (9:40). I farisei erano un'autorità nella chiesa di quel tempo, i guardiani spirituali del popolo Giudeo, i PASTORI. Il discorso del Buon Pastore è la risposta di Gesù a quei farisei che avevano maltrattato il cieco nato - ora guarito dalla sua cecità - scacciandolo dalla loro presenza e maledicendolo! (Gv 9:24-34). Avevano scacciato una pecora del Signore invece di accoglierla e curarla.

Gesù in effetti sta dicendo loro: "Voi, pastori del gregge di Dio, non siete altro che mercenari, ladri e briganti! Invece di curare le pecore, le maltrattate e le sfruttate per i vostri propri fini! Io sono il buon Pastore che cura le pecore ed è disposto a dare la propria vita per loro!"

Infine in questa lezione abbiamo chiarito un'apparente confusione quando Gesù descrive se stesso prima come il Pastore che ha l'autorità di chiamare le Sue pecore ma poi descrive se stesso come la PORTA dell'ovile. Tutto si spiega quando capiamo le usanze dei pastori dei suoi tempi. Abbiamo già parlato dell'ovile comune con il portinaio ma in campagna il pastore teneva le sue pecore in un ovile fatto di pietre (o forse in una caverna) come vediamo in quest'immagine. Osservate che la "porta" dell'ovile è una breccia nel muro di pietra ed era proprio qui che il pastore si metteva di notte per proteggere le sue pecore da ogni pericolo - era letteralmente la "porta" dell'ovile. Allo stesso modo Gesù è una barriera tra noi e ogni pericolo. "Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo" (v.9) 
  
Abbiamo scoperto ora, attraverso l'esegesi del brano, IL VERO CONTESTO di Gv 10:10 - le persone che avrebbero dovuto prendersi cura del gregge di Dio trascuravano le loro responsabilità e Gesù li stava rimproverando duramente; allo stesso tempo faceva vedere con l'esempio del cieco nato guarito dalla sua cecità che chi veniva scacciato dalle sinagoghe e scomunicato aveva in Gesù un Pastore che lo curava.

Giovanni sta dicendo, attraverso il suo vangelo, ai nuovi convertiti Giudei dei suoi tempi di non scoraggiarsi se venivano perseguitati per la loro fede perchè Gesù, che aveva offerto la Sua vita in croce per le Sue pecore, era con loro e li conduceva verso il regno celeste! I falsi apostoli e profeti erano ladri e i pastori non costituiti da Lui erano mercenari ma Egli, avendo dato la Sua vita per loro, li pascolava con sapienza e con amore. Gli impostori vengono per rubare, uccidere e distruggere il gregge ma Gesù è venuto "affinché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza"! E questa vita in abbondanza l'abbiamo GIA' ricevuto in Lui!
Le mie pecore ascoltano la mia voce,
io le conosco ed esse mi seguono;
e io do loro la vita eterna e non periranno mai,
e nessuno le rapirà dalla mia mano.
(Gv 10:27-28)
   

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